SEI A ZERO DI FABRIZIO BOLIVAR
“Sei a zero” è il secondo romanzo di Fabrizio Bolivar, dopo “Ti lascio le pentole” del 2011. Bolivar ha pubblicato tra l’altro le raccolte di racconti “Maledetta Vita” (2004), “480 caratteri spazi inclusi” (2006), “Vacca boia che idea” (2011) e “Microstorie” (2012).
Mio caro Bolivar, che dire… (di Ivano Mercanzin)
Ho letto tutto d’un fiato , non mi capitava da tempo, la tua ultima “fatica” , per modo di dire, dato che si capisce benissimo che è stato un piacere anche per te scriverlo ( come per me leggerlo).
Fin dalle prime pagine sei catturato da Andrea, dalla sua personalità, dal suo modo di pensare, dai suoi passaggi mentali, dalla sua ironia e soprattutto dalla sua autoironia. Insomma un bel modo di affrontare la vita il suo , nello stesso tempo disincantato , rassegnato per certi versi all’ineluttabile , ma anche fiducioso come si intuisce in piccoli frammenti sparsi nel viottolo del suo cammino.
I giorni trascorrono con se stesso, con i suoi pensieri , con le sue analisi, con il suo non prendersi sul serio, nella sua concezione di una vita che di per sé è già una burla proprio nel suo significato più ampio e proprio per questo non vale la pena di prendersela poi troppo, con una partecipazione agli eventi sicuramente , ma è come se li guardasse da un’altra prospettiva, quasi una panoramica dall’alto.
Ogni personaggio è ben caratterizzato, con i suoi difetti, i suoi pregi, i suoi tic, anche verbali, che diventano uno spasso perché è facile l’identificazione delle varie “specie” umane a cui siamo messi a confronto quotidianamente.
Personaggi che nei lori difetti ti piacciono perché ti ricordano qualche amico oppure perché, se sei in grado di auto analizzarti come Andrea, puoi scoprire alcuni aspetti di te stesso, alcune sfaccettature e impari che con una sana dose di ironia e autoironia anche la vita stessa può riservarti delle sorprese inaspettate se sei hai la forza di uscire dai facili pregiudizi (come con Ofelia per esempio, originale e sfaccettato tuo personaggio)
Molte sono le scene e le situazioni esilaranti, i famosi gruppi di Mutuo Soccorso per esempio, un’idea originale, oltre a chicche di introspezione sparse qua e là distrattamente.
Insomma un libro che ho trovato di una fine intelligenza, scritto con tatto e sensibilità, ben equilibrato nei vari passaggi e nei vari registri, con i tempi perfettamente sincronizzati per strapparti involontari sorrisi , oltre che una sapiente scrittura che hai perfettamente adattato agli idiomi dei vari personaggi.
Molto ci sarebbe ancora da scrivere, ci vorrebbe un capitolo a sé per ogni persona e anche per Zeus (il gatto) naturalmente, ma sarebbe troppo.
Vorrei già leggere il seguito di questo protagonista (Andrea Camatti) che ormai sembra far parte delle mie nuove amicizie e come ha detto qualcuno ( non ricordo chi) : un libro è da considerarsi riuscito quando non vedi l’ora di tornare a casa per incontrare i personaggi che lo animano e quando hai finito di leggerlo, ti sembra che ti manchi qualcosa e qualcuno.
Grazie Bolivar e aspetto di incontrarti nuovamente alle prossime avventure .