Ma, forse, invece: di Salvatore Fittipaldi
ma, forse, invece, è, proprio, dove non pensi: forse, proprio,
dall’altra parte della porta, dove non si offre, non si nega,
non appare, non si fa vedere: dove sa che non è cercabile:
respira, spia dalla fessura, dove passa il topo: soffia, spiffera
ma non è la metafora del vento che annuncia il temporale:
si confonde, semplicemente, per semplificazione:
che sia, forse, invece, proprio, il suo, un modo, suo proprio,
di seppellirsi e di disotterrarsi, di sparire e, all’occasione,
usare gradi diversi di esplicitazione per rivelarsi a lampi,
da quasi invisibili a trasgressivi o a catastrofici: