ATTRAVERSANDOTI
Nella piazza in salita
la sporta rossa divora le spalle:
sono io, adunca,
ai piedi poche catene
divoranti le caviglie scarne.
Non posso andare.
Il guardiano della fontana
tuffa il pantalone nello zampillo,
anche lui, altro non può.
C’è la neve in questo luglio
e bacche da cogliere dal pavé,
rivoli di pianto e lungo scorrere,
inutile.
C’è la donna grassa
dalla gonna audace
e piccole ginestre tra i capelli,
le vedo solo io, ne disegno i contorni con le dita,
lei non sa.
L’uomo dalla bocca di legno
stringe sigarette di rabbia,
le rughe attorno al fumo segnano
la sua impossibilità.
Nessuno può.
Eppure io ti sto attraversando.
Posso vedere e tingere la caparbia
luce che frigge le tue iridi che non parlano,
afferrare l’indice che mi punti sulle labbra,
metterti a parte di un mio sogno,
congedare il tuo gomito dalla mia spalla sinistra
e ruotare in giravolta nel tuo fiato.
Tutto questo attorno
-nell’estate che sbuffa gelo insolito,
uomini impossibili e cemento capace di sputare
gemme di mare- e ti attraverso,
come l’azzurro quando incontra grumi di nubi,
fa bianco il cielo e lo possiede,
in amplesso eterno e irrefrenabile,
gravido di mondi e pelle che accarezza.
Non interrompo il mio andare,
ma non posso nulla
(le figure rallentano le mosse,
diventano di sale,
sono quadri appesi alle pareti della strada),
intangibile cammino, non so perché.
E ti attraverso.
(SILVIA DENTI@ Divinafollia Edizioni@ all rigt reserved, 2014, luglio)