Rosita Delfino – Revelations –
dopo la mostra da BAM di Antonio Manta dal 31.05.14 al 21.06.14
ora :
periodo: DAL 5 AL 26 LUGLIO 2014
luogo: dondolandoArte Atelier via Cadeferro,11 – Martignana di Po (CR)
opening; sabato 5 luglio 2014 ore 18,30
collettiva: Camilotto, Cardoni, Delfino, Efisi, Iacono, Pagni.
Rosita Delfino
……Ribellandomi al vuoto con rabbia lo gettai fuori da me, forse feci paura, io stessa, spettatrice, ne soffrii quando mi accorsi ch’ero dentro il nulla, simile ad un bambino che non nasce per non lasciare il liquido malsano della sua protezione. Lo riconobbi il vuoto e solo allora me ne liberai, reimparando a vedere, a percepire tutto e a contemplare.
Entrando dentro il coro della vita, come un calice d’oro, pronta e colma, affidai la mia voce forte al vento che trascinava onde di piacere; emersi, tra i cerchi si disperse il mio riflesso e i suoi frammenti furono dovunque.
Mi concessi al silenzio e aprendo il centro a un’altra prospettiva mi distesi sul mare. Era calmo, scorrevo nel suo battito più lento e come luce sovrastavo tutto.
Marcella Carlucci
Fossi un ricordo o un’anomalia del tempo vissuto, qui vorrei stare. Con la stessa aria nelle dita, lo stesso abito, la stessa musica nel cuore. Bello è morire, se lo fai con l’anima tutta.
Conoscere il lamento per poi amarlo, assorbirlo e capire che siamo sempre stati lacrime.
Con un filo di voce, addio
Ho sognato latte nero
“ C’era una volta nel magico Egitto una tribù di zingari, la grande famiglia di intrattenitori dei Mazin, le cui donne (ghawazi) incarnavano, danzando senza velo, lo spirito libero dei nomadi……”
Ho sognato latte nero molesto e un gesto
” Nel corso del loro continuo viaggio, un dramma d’amore, antico come il mondo, era in agguato: Jasmine, maga potente, da tempo era consumata dalla passione per il bellissimo e giovane danzatore che incarnava la gioia della danza… ma il cuore di Wael apparteneva ad un’altra donna …”
Ho sognato latte nero molesto
Non era bastato il cenno a spazzare via i presagi e il gocciolio si sentiva dalla stanza.
Come riesci a trascendere ? Ad essere così leggera ? Come caspita fai a colorare di te mantelli neri e a renderli bianchi immacolati….Sei noir da far schifo. Passi vicino al cuore e all’anima senza far rumore, non tocchi nulla, non lo sposti ma ci sei. Presenza che senti senza bisogno di vedere e toccare con mano. Questo lavoro mette i brividi. Non si può dirti brava, è riduttivo. Io non lo faccio, ma i brividi li ho.
Il bianco e nero mi avvolgono,
non e’ una coperta rassicurante,
sono filo spinato che urta e spinge la pelle,
lascia segni , cicatrici.
Una figura di donna , immobile,
percorsi da compiere
scale impervie,
senza protezioni da percorrere,
mani si protendono,
ad afferrare l’aria o un pensiero che fugge.
Luce e nebbia entrano dalla finestra,
entra l’uomo e lei scompare,
aggrappata alla gruccia,
sollevata come oggetto inanimato,
senza vita,
pensieri si ricompongono e generano fantasmi,
riflessi della memoria,
cloni immaginari,
inferriate incorniciano il volto,
quasi tumefatto,
dal dolore dell’abbandono
dal perdersi…necessario
per….ritrovarsi.