Una storia contemporanea. Un articolo di cronaca vera illustrata. Un racconto-resoconto di colore umano e sociale con autentiche fotografie di repertorio locale.
DESENZANO BI NIGHT.
A DESENZANO-NOTTE, OGNI FINE SETTIMANA, IN ESTATE.
Vetrina di corpi. Anime e sudori in copertina.
Di Franco Gobbetti.
Made in: DESENZANO DEL GARDA (BS) Italy.
Location: Lago di Garda/Garda Lake/Gardasee.
Geographical longitude-latitude: Sud Europe, Lombardy Region. Italy.
Un mare lento, lentissimo di traffico che gira, rigira e staziona ad alta densità in un estivo aerosol di idrocarburi a lungolago. Un mare lento che invade nervosamente il “lago bi night”. Un magma in vapori spray diesel e gas di benzina aleggia ogni notte week-end assediando la città in un pugno di ferro a motore rovente. Peggio che a Rimini o a Tokio. Neanche fossimo a Pechino o a New York. Macchine e moto dappertutto, non c’è più un buco. Ma dove vanno tutti? Dove andranno?
Scendono giovani, aitanti e tiratissimi dagli interni climatizzati a freddo delle loro hot-car arroventate dalla calda aria estiva e dal buio tekno illuminato che ronza nella processione d’insegne neon dei vari “hot spots”: negozi e boutique ma soprattutto dei locali di tendenza dei bar, dei dancing e dei night. Comincia e avanza la foga, la smania e la caccia che contamina la notte trasgressiva.
LA FESTA DEL GIOVANE “IT”.
Grondano tekno, etno e dark-Nirvana. Fumano a labbra serrate-tirate e lucide di rossetti laccati. Cantano il rap, il rock e il pop ciondolandosi molli sulle ginocchia. Parcheggiano i loro automoduli spegnendone il turbo rombo e i compact-disk col sound dai bass-woofer super grevi quasi infernali. Come navette sonanti d’individualismo serrato, si avviano scatolette in packaging di seduction-glamour & new fashion, alla passeggiata display di questo sabato notte sul lago di Garda. Al buio elettrico dei 39° e più gradi° celsius/C. Effettati, splendenti, depilati, truccati, leccati, tatuati, profumati, vestitissimi o svetitissimi alla moda newlook, nudelook, spesso in nerolucido griffe©®, avanzano liberi & belli come tanti eroici “mastri brilli” dell’apocalisse. Molta la pelle in copertina. C’è sempre tanta offerta. Troppa, persino da nausea, tanto è abbondante, ripetitiva e fitta la proposta e la scelta. La notte deve essere ammiccante, seducente, possibilmente pseudonuda, con eleganza, ma nuda.
LA PROSPETTIVA DEL GIOVANE “IT”.
Si tuffano a guaina setosa nel turbinante centro che, ondulando, passeggia con loro e si strusciano gli arti e i sensi nella generale cult-celebration dell’attimino-mitical. La musica ritma i percorsi. Ogni bar ha la propria. Molto rumore e pochi veri suoni, poca buona musica.
Ci sono anch’io. Siamo io e lei, io con lei, lei con me. Entrambi incuriositi da questa passerella promenade intasata di traffico bipede. Li seguiamo nel tour. Nell’ancheggiante marea e ci immergiamo in quest’aria ferma, affollata, quasi messicana o californiana, in cui le pelli mixano afrori di ammiccamento, di desiderio, di concessione in condivisione, di trasgressione, di corposa e corporale superficialità formale dei modi e nei ruoli.
UN RITRATTO DEL GIOVANE “IT”.
E’ tutto un teatro in diretta, un talk-show dal vivo, dal vero. E’ tutta una performance di un bricolage individuale giocato ad effetto speciale sull’autoritratto-personal da esporre in vetrina come un individual-display.
Sono o sembrano giovanilmente allegri, forzatamente felici, doverosamente spumeggianti, quasi ottimisti. Appaiono felicemente distratti, frizzosi e brillanti, superficiali e sorridevoli, ma anche assortamente coinvolti nel loro personal training, questi bei cuccioloni, sedicenti novelli italisti del presunto nuovismo. Sembra di essere a Copacabana, Durango o a Miami Beach e ce ne viene subito in ritorno una sete sudamericana. S’intuisce, languido, il desiderio del beverage, dei drink, rumeggiati a cola®, sodati a vodka o sorseggiati languorosamente a vini bianchi secchi. Dry wine, prosecchi freddi e gelati, corretti col Campari®.com, con l’Aperol®.com, col Martini®.com o Bacardi®.com, con la vodka o col gin o altre bombe: Tequila bum-bum, Cuba libre ecc.
IL WEEK END DEL GIOVANE “IT”.
Siamo divertiti e coinvolti, la mia compagna e io. Il nostro sentire è indeciso tra il fascino e il fastidio intrigante e sudaticcio, ma spaziamo anche noi con loro, a piccole passate affollate di struscio in questo centro paese alla moda, allagato di bar di tendenza, pub, snack ed altre folli ruffianerie colorate e sintetiche come l’artificiosità pecuniaria che le anima.
LA FESTA DEL GIOVANE “IT”.
Desenzano bi night appare disteso e allineato nel suo “eau de panorame,” Con imprenditoriale impegno sorregge, sostiene e alimenta l’industria corporale di questo “Tourist lagorama del Made in Garda”. Soldi, soldi da prosciugare a secchiate ai liquidi tavoli etilici dei locali. La temperatura scalda statica i suoi 39°/C fissi e ci fa brillare il sudore. Evaporano profumi e umori che si confondono con altri afrori diversi, sensuali, piacevoli, carezzevoli, ingenui, provinciali e forestieri allo stesso tempo.
IL SABATO NOTTE DEL GIOVANE “IT”.
Altri mille spettatori s’aggiungono ad ogni passo, appiccicosi e lubrificati dal sudore come noi. Fumi e profumi in questa sete latina che muove la voglia di bere e trasgredire nella notte brava e barista dei siti bi night. Come a Malpaso o a Las Vegas, la folla mareggia ondulando e ondeggiando sulla schiena dell’enorme festa. Anche noi ciondoliamo, assieme ad una folla sconosciuta che si addocchia, si sbircia, si spia, si annusa si struscia e si accarezza in un fruscio esasperato, sprizzando umori e aromi di essenze. Girano sguardi pompati e caricati a polvere pirica o altra polvere, oppure con occhi morti da pesce, come tante sardine sott’olio o merluzzi sotto sale. Look, drink, pink, punk, tabacchi e anche altri fumi.
LA TRIBU’ DEL GIOVANE “IT”.
Avanziamo muovendo appena le arie umide e calde di questa baraonda d’estate.
Le donne, le ragazze, le girls, la fanno da padrone. Ne intuiamo gli occhi confettati di zucchero, dolce sugar, gli sguardi caramellati e gattosi, le ciglie feline di liquerizia e cioccolata, le occhiate texane, roxxane, xane ed anche inxane. Le guance truccate, fino alle bocche grondanti lucide e umide labbra rossettate. Pelle vera, pelle sintetica, similpelle, similpantere plastificate. Pantere fiere, forse no, solo gatte ingattate, rumene, albane, lituane, estane, estrane, italiane, nordane, sudane, portorikane e dominikane, soprattutto viziate e viziane.
I RITI E I MITI DEL GIOIVANE “IT”.
Li guardiamo bene questi tanti “front-men del nientismo”, questi pionieri-bambini usciti da una già persa frontiera già quasi sempre bruciata e perduta. Esplorano e riesplorano il sorriso nei loro sguardi, come vecchi cercatori d’oro vinti dall’insuccesso di una, due, tre, vite nell’eterna avventura, nella continua corsa alla conquista del metallo giallo . Comunicano capsule di individualismo sfrenato a corta umanità, da corto circuito. Trasmettono pillole-compact di estasi, extasy, sexstasy, sexual e di blues-malinconia mentre si rassettano di continuo i capelli. Scalpi scalpellati, modellati, modulati, trattati e mossi a chiome, meches a onde e ondine, acconciati a tagli e riccioli scolpiti, gommosi e plasticati nei lucidi gel, lustri e super confezionati nel loro trucco e parrucco. L’ansiosa e smaniante noia esistenziale gronda effetti speciali visivi dai piercing e dai tatuaggi in nero bistro che vira al bluastro e verderame fino al viola.
UN PROFILO DEL GIOVANE “IT”.
Tipe e tipi postmoderni nella passerella turista. Tipologie giovanili formali ed eleganti. Boys stazzonati e trasandati per moda e per gusto, per decadenza, a volte per troppo vizio, vitto e alloggio dei genitori. Desideri di alcove si intuiscono sui loro volti che si esibiscono in calcolati e voluti replay recitativi in pubbliche relazioni (PR) individuali. Deliziosi, indiscreti, invitanti quanto banali e di nuovo persi in quel vuoto fisso e corposo che li rende un po’ finti, fasulli, alcolici, etilici ma piacevoli da tanto son belli, belli e finti, kitch, belli e finiti.
USI E COSTUMI DEL GIOVANE “IT”.
Gesticolano all’americana, al rap dondolante e rappista, un poco razzista, molto nientista. Ostentano grinta, rappiera e rapace da falsa nuova frontiera. Ciondolano e gongolano in gesti bulli ridondanti d’arzigogoli, chincaglierie e orpelli sia fisici che psicologici. Si atteggiano alla scioccheria formale e modale del mucchio. Passeggiano ondulando come tanti pendoli sbronzi. Così abbiamo iniziato la nostra passeggiata sul lungolago di ponente e passando per il “centro-in” siamo quasi giunti al varco di levante costeggiando la riva tutta illuminata e addobbata da festa.
Abbiamo attraversato tutto d’un brivido la Desenzano by night, lungolago compreso. Infine rondiamo anche noi, curiosi, queste vie accaldate tentando un respiro fuori da quella lunga tana, da quel budello bisbigliante di fiati, di caldo, sudore-afrore, di corpi e di pelli. Ci sentiamo anche noi “futurigidi postmoderni” avendo visto a viva pelle “il nuovismo sorridevole” che avanza imperante e disinvolto, esibendo il suo ricco niente in questa promenade in panorama acquatico lacustre che sembra un grande spot-fotocolor, un hot-spot, una dia-lago, d’importanza corporale e fisica a misura kosmika.
Hot spot e cellulari alla musica luminosa che scalda le orecchie tintinnanti. Orecchini, ganci nasali, linguali, ombelicali e perline multicolor come gli indiani nasiforati della letterale e dialettica nazione “apax” Apache. E’ pur facile, devo ammetterlo, farsi corteggiare e affascinare da questa atmosfera che gioca e rimbalza sui ruoli, sui corpi, sugli atteggiamenti ostentati, bellini, carini un poco cretini. I sudori da copertina dureranno tutti i fine settimana e per tutta l’estate. Un passa e ripassa esaltante la caparbietà modale più feroce e disarmante.
EPILOGO E FINE-FESTA DEL GIOVANE “IT”.
Ma il ruolo è già esaurito, già stanco, funziona per finta. Urgerebbe cercare “altro” ma questo è pur sempre il rito bisex, bicult da ambo le parti. Per adesso sembra andare ancora bene così, in un gioco continuo di finte, finzioni, simulazioni e verismi verosimili e verosimiglianti, fino alla fine del tempo di queste ore turiste del divertimentificio turistico in corso, per fare la scoperta, banale, che in fondo, finita la notte week-end, si è solamente, nuovamente soli, inesorabilmente soli, ancora con l’ansia di farlo e rifarlo di nuovo. Sembra non esserci altro.
Giugno, luglio, agosto, settembre, luogo Desenzano, lago di Garda, regione Lombardia, nord-ovest, nord-est, nord-centro, dove abito io.
THE END.
Dal venerdì sera alla domenica notte è così, sempre così. D’agosto perdureranno tutte le sere, notti bianche e altre alchimie, poi, poi, poi,..poi a fine settembre il carosello finirà implacabile come ogni conformismo stagionale di massa ed inizierà il cambio. The change, il tour invernale, tutto giocato e vissuto al coperto e ricoperto stavolta. Rivestito, rilookkato e riarredato, riveduto e corretto in un altro show di new conformismo, tanto per stare nel mazzo, nel mezzo e nel rito, così come sempre. Amen.
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Franco Gobbetti ©®
Scritto e già pubblicato in rete e su stampa locale, regionale in prima stesura nei primi anni 90. Riveduto e corretto senza significativi e sostanziali cambiamenti a Settembre 2016.
foto scelte da/di Franco Gobbetti