Sagome Erranti
Tempo fa ho visto per la prima volta la “fotografia” di Roberto Pireddu , case abbandonate, muri sbrecciati, pareti scrostate, natura che a volte incombe sugli spazi e li divora.
In mezzo a questo abbandono una figura, indefinita, immobile, evanescente , ectoplasma, sagoma , essere quasi senza consistenza.
Ora questi personaggi , la firma per eccellenza di Roberto, sono collocati all’esterno, sono usciti dai loro anfratti , dagli angoli abbandonati e camminano veloci nel mondo.
Ecco allora una sagoma che erra di fronte ad un negozio e un cagnolino, unico essere visibile, che la osserva.
Ora un’altra figura scende le scale accompagnata da graffiti al muro, segni del nostro tempo, linguaggi universali, messaggi in bottiglia lasciati nel mare dell’indifferenza.
“Esiste poi un posto a Cagliari dove puoi mangiar a qualsiasi ora” si legge in un poster che ci colloca nella splendida isola di Roberto e ancora il consueto passante indifferente che passa e avanza con il suo ombrello, in movimento.
Ma è l’immagine del natante immobile , che attira maggiormente la mia attenzione, questa imbarcazione residuo di un tempo che fu , ora abbandonata a se stessa, chiglia ferrosa inanimata che ha solcato mille mari,
visto mille mondi, che ora giace inerme , carcassa di ferro , che sopravvive all’assedio del tempo e del mare, cattedrale immobile ancorata a se stessa e la figura, ombra umana, passa oltre senza notarla o evitandola come allontanasse
l’incuria del tempo che colpisce cose e persone.
-su gentile concessione di The Imaginarium aprile 2014–