AMO RAPPRESENTARE I MOVIMENTI di Giovanna Meo
Mi piace raccontare le persone nella semplicità del momento in cui le ritraggo.
Di ognuno mi affascina la gestualità.
Amo rappresentarne i movimenti, l’unicità di ogni corpo.
Mi incanto a vedere il fremito dei muscoli di una mano,la personalità che emerge rapida dall’espressione del volto, la flessuosità del movimento di un collo, di un chinarsi del capo.
Vengo rapita da un sorriso , dall’inarcarsi di un piede.
Ogni persona ha i suoi movimenti e sento che sono solo suoi.
Rappresento il mondo in bianco e nero perchè questi sono i soli colori che percepisco.
Mentre scatto vedo già l’ immagine con un taglio quadrato. Non so dire il perché ma al mio occhio interiore l’ immagine appare già in questo formato.
La luce dello scatto deve essere sempre naturale, la luce fa parte delle mie foto ma non deve essere invadente, non deve alterare ciò che voglio rappresentare.
La luce deve adagiarsi sempre naturale sulla storia che sto raccontando.
Ciò che voglio che emerga sono le persone per ciò che sono nella vita.
MOVIMENTI SPONTANEI CHE PRENDONO IL SOPRAVVENTO di Alessandro Cocca
C’è sempre del vento.
Dell’aria finissima che percuote, riempie e sospinge gli scatti di Giovanna. Le sue fotografie sono frazioni interminabili di vita.
Non si inseriscono in tempi e luoghi queste donne coraggiose, mi rimandano al liberty, al vintage di non so quale decennio e persino all’oggi. Sempre giovani, dallo sguardo pieno di vita.Forse per questo si guardano indietro con tenerezza, nonostante gli errori, nonostante le paure. Innamorate della loro femminilità, fiere di essere donne.
Sono visi pettinati dal vento della passione, dalla voglia di stare in mezzo alla strada con la pioggia e con il sole, di prendersi tutto in faccia senza paura, subiscono gli eventi perché scelgono di farlo, il rischio di non vivere è troppo alto.
Diventano alberi con radici profonde nella terra, ma le loro fronde si muovono forti, senza spezzarsi, toccano terra e tornano a dondolare nel blu. Le gonne lunghe e gonfie, i veli e i capelli, il rock che hanno nel sangue.
Questo vedere, è un dono, deve essere una spinta per quelle donne che hanno gettato la spugna, che si sono arrese agli eventi sfortunati della loro esistenza, questo urlare forte con le braccia strappate verso il cielo ha una forza prepotente, ridondante.
In un rudere diventano casa, nella bufera, montagne di roccia e quando il tempo lo permette si lasciano andare alle correnti, si guardano, si vogliono bene.
La donna sul pontile è una fotografia che da sola meriterebbe di essere studiata a fondo, sembra immobile e ancorata alle tavole di legno, l’impressione è che nulla la possa scalfire, che lei non stia facendo nessuno sforzo per rimanere in quella posizione.Ma la gamba aperta, il piede puntato dice che non è facile, lei ha scelto di stare lì, di prendersi il suo momento, di guardare oltre mentre le fischiano le orecchie, mentre il mare diventa grosso e tutto ciò che la circonda si muove, si evolve. Stabilità, fermezza e coraggio. Questo scatto credo racchiuda più di quello che si vede, forse nasconde proprio il concetto dell’essere donna.
Il bianco e nero e lo stile dell’autrice sono meravigliosi, costruiti con lo scopo di amplificare questo sentire, questo tormento interiore dell’anima, una raffica di emozioni che arrivano dietro la nuca e destabilizzano.
Poi si fermano. Silenziose. Sembra di ascoltare i loro pensieri che profumano di salsedine, di sentire la sabbia umida del mattino sotto i piedi, di entrare nei loro ricordi e nei loro sogni con una leggerezza che fa entrare aria nel cervello, l’ossigena e lo resuscita.
Giovanna fotografa il bello, la speranza, la vita.
La sua fotografia è energia che sprona e fa…
(su gentile concessione di B&W Soul Vision)