Non lascia spazio a interpretazioni, Enrico.
Il graffito al muro: cruda realtà, un annuncio, un messaggio, un graffio stridente , un suono sincopato, un urlo d’attenzione.
Lo spazio scarno, essenziale, senza orpelli ne decori , fatiscente, abbandonato , desolato.
Vuoto o quasi, solo una presenza-assenza , una disarticolata figura di donna che attraverso il suo abbandono ci trasmette la sua essenzialità , la sua desolante sensazione del vuoto, figura immobile in un tempo fermato e reso infinito dall’attimo.
E noi siamo con lei com-patiamo la sua essenza , insieme nelle reciproche solitudini di osservatori e di osservati.