Posted by on 29 maggio 2014

 
 
 

Un viaggio attraverso la parte storica ed antica di Napoli che si presenta ai miei occhi con tutto ilfascino e la magia di una città dove il presente ed il passato si armonizzano in una maniera inconsueta.

Il mio lavoro è un’impresa complessa, il mio stile come la mia percezione dell’esistenza si snoda attraverso la scelta di immagini non previsualizzate, ma colte nell’immediatezza.

Io al centro ed immerso in quel mondo, lo osservo e ne colgo la magia e la racconto, attraverso la mia esigenza.

Ascolto la voce dei luoghi, ne colgo il silenzio, come la musicalità e la racconto attraverso immagini dove“ il gesto “ semplice coincide con la dimensione umana e spirituale.

Il gioco dei bambini, la passeggiata di un anziano, la sosta su di una panchina, il passeggiare frettoloso , uno scorcio di una vetrina, diventano attraverso la mia rappresentazione tecnica un esempio eccellente di reale e percepito.

Un paesaggio come quello della strada è ricco di segni, di ferite, di speranze inattese, un linguaggio sconosciuto che si inizia a comprendere quando lo si inizia ad amare nella sua complessità.

Con il gesto fotografico il segno conquista voce, aprendomi visioni più ampie che si distinguono fra quelle dove il “ segno” è rimasto silenzio, buio, macchia, vuoto.

La mia fotografia è un linguaggio, è l’espressione del legame profondo con quella terra, quei luoghi che assumono ai miei occhi una dimensione quasi sacrale, è il legame con la vita e la ricerca del suo significato profondo.

(Diego Loffredo)

 

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