PORTRAITS WITHOUT IDENTITY
Dopo aver visionato il progetto di Andrea Rossato , di cui queste fotografie fanno parte, cerco di carpirne il senso, di evidenziare ciò che lo anima , che lo percorre e il titolo emblematico “Portraits without identity” mi viene in aiuto.
Un lavoro il suo diverso da Human Alienation di Chiara Mazzocchi, in cui la fotografa mette se stessa in primo piano, funzionale al suo splendido racconto.
Nel caso di Andrea Rossato abbiamo i manichini, figure inanimate, senza storia, né essenza, che raccontano, nella loro indifferenza, l’assenza di identità.
Un rimando alla pittura di De Chirico è inevitabile, ritroviamo difatti figure inanimate, abitanti – fantasmi di piazze altrettanto solitarie e desolate che raccontano di realtà-sogno, presenze ignare e indifferenti di città metafisiche.
Immobilità, silenzio, attimi cristallizzati, “ritratti senza identità” come individui che non si conoscono e non si riconoscono, masse informi e indefinite, serpenti umani , file scomposte, intrecci , casualità, indifferenza.
Identità da scoprire, assenza di identità, il nulla esposto allo sguardo, l’assenza del resto che rimane pura fantasia o invenzione….e la memoria….crea il suo gioco, la fantasia ricompone i pezzi ….e il collage….prende forma diventando altro…
Il tutto e’ reso da un bianco e nero palpabile, denso, quasi oleoso, le sfumature di luce creano la “terza dimensione”, la profondità , la rotondità e i manichini sembrano quasi prendere vita e ti immagini le città abitate da questi “esseri” come nel film “Io Robot” e forse più “vitali” di certi “fantocci” umani.
“Ritratti senza identità”, plastici, pronti a prendere vita con l’ Alito Divino, come una forza ancestrale, replicanti alla “Blade Runner” , senza memoria …omologati a molti “umani” abitanti nella nostra epoca, in questo “Waterworld …”
Sono i nuovi cittadini di questo “mondo liquido” alla Zygmunt Bauman.