Mi chiamo Patrizia Paradiso sono nata a Napoli il 03/06/1969
Ho conosciuto la fotografia per caso e quasi per gioco, mi sono ritrovata iscritta senza averlo nemmeno chiesto in un gruppo di fotoamatori all’interno del noto social network facebook “Fotomaniaci”.
Avevo allora una piccola compatta digitale della Sony comprata in un centro commerciale la utilizzavo per farmi dei self.
Ho iniziato a fotografarmi quando arrivata al peso di circa un quintale decisi di mettermi a dieta.
Man mano che perdevo peso e le mie curve cominciavano a riprendere forma aumentava la mia gratificazione mi piacevo sempre di più. Ho scattato molte foto durante quel periodo arrivata al mio peso forma mi accorsi che mi piaceva fotografare e fotografarmi e nonostante avessi raggiunto il mio obiettivo desideravo continuare a farlo.
Fu così che cominciai ad osservare con attenzione e interesse ciò che altri membri del gruppo di fotoamatori di cui facevo parte pubblicavano. Li guardavo li ammiravo e dinanzi a certe immagini che vedevo scorrere sul mio monitor rimanevo estasiata, pensavo a quanto poteva essere bello fare la stessa cosa.
Con la mia compattina digitale avrei potuto fare davvero ben poco e così decisi di fare una pazzia: mi buttai sul web alla ricerca di recensioni sulle reflex e dopo due mesi optai per la Nikon D90.
Mi ci vollero circa due mesi per capirci qualcosa i primi scatti li feci settando la macchina in automatico ma più andavo avanti e più mi appassionavo e invece di scoraggiarmi mi accanivo sempre più.
Il 22 settembre del 2012 dopo tre mesi circa da quel fortunato acquisto ho scattato una foto all’interno di Castel Brando a Cison di Valmarino foto che VOGUE Italia mi pubblicò inaspettatamente all’interno di PhotoVogue.
Ricordo che fu una gioia davvero grande mi emozionai alle lacrime. Da allora non mi sono più separata dalla mia reflex la porto con me ovunque vada, il mio portfolio su VOGUE Italia oggi a distanza di circa un anno e mezzo è arrivato a un centinaio di scatti pubblicati.
Sono autodidatta, sperimento, raccolgo informazioni sul web e scatto tantissimo. Amo la fotografia, fotografo perché mi piace, perché è la forma che mi permette di esprimere la mia creatività, la mia è una passione, riesce a regalarmi emozioni splendide ed intense.
Succede a volte nella vita di vivere momenti difficili, eventi particolari che ci segnano profondamente cambiandoci, trasformandoci in persone diverse. Succede che all’improvviso smetti di correre , ti fermi e cominci ad osservare tutto ciò che ti circonda per capire il senso delle cose. In quei momenti ci sei solo tu al centro dell’Universo direttamente connesso con l’Infinito lì nel punto esatto in cui lo spazio ed il tempo non esiste.
Ecco attraverso la fotografia ho la possibilità di varcare il confine e guardare il confine del Mondo e tutto ciò che mi circonda attraverso gli occhi di un osservatore che non sono io ma che è dentro di me.
Da una esperienza dolorosa sono rinata trasformandomi in una persona diversa nuova in viaggio attraverso questa cosa meravigliosa chiamata vita e la mia reflex è la mia fedele compagna di viaggio.
Non ho mai pensato che avrei potuto diventare un fotografo, io continuerò a scattare anche se non sarò mai un fotografo, fotografare equivale ad emozionarmi ho bisogno di emozionarmi per sentirmi viva, io vivo da quando ho cominciato a fotografare.
Intervista a Patrizia Paradiso
Come si chiama questo progetto Patrizia?
Slave e lo abbiamo realizzato in una officina di Frosinone.
Chi è il modello fotografato?
un mio amico romano e istruttore di fitness.
Cosa intendi rappresentare?
E’ ispirato come si intuisce dal titolo alla Società ove viviamo dove tutto purtroppo si riconduce al denaro che per avere dobbiamo lavorare; alla fine il denaro ci serve per continuare a tenere in piedi la stessa società-gabbia.
Perché Slave?
E’ una schiavitù che ci limita, infatti siamo prigionieri della burocrazia, limitati nelle nostre possibilità e schiavi volontari del denaro e quindi del sistema.
Credo che siamo in tanti a pensarla così ma la maggioranza forse preferisce non ascoltare queste voci interiori e come dico spesso la gente ha paura di uscire da questo gioco.
Cosa rappresenta la fotografia per te?
Credo nella fotografia perché per me rappresenta una rete sociale , ma se ne possono costruire tante altre e non solo a livello virtuale . I social network permettono agli individui di condividere e socializzare, creare gruppi scambiare anche merci oltre che idee. Questo interscambio ci permette anche di poter scegliere le cose che piacciono a noi e non come il sistema ci impone di fare.
Questi sociale ci permettono di essere meno isolati meno deboli e non ricattabili.
(guarda ti faccio un esempio veloce non guardo la TV da almeno 7/8 anni per non subire il plagio psicologico della pubblicità delle sue assurde mode )
Come hai costruito la scena?
Ho preso un ragazzo bello giovane e forte l’ho legato e sporcato perché alla fin fine è questa la nostra attuale condizione quella di schiavi non del denaro in se ma della mente di chi sa come manipolarci.