LE VITE DEGLI ALTRI (come un fotografo sceglie le sue modelle) di Larry Woodmann
“…ho osservato meglio le tue modelle, hanno tutte qualcosa di speciale, qualcosa di straordinario, non sono bellezze scontate, vanno oltre il primo sguardo oppure tu riesci a tirare fuori il meglio da loro..”
Questo quello che mi scrive un attento e gentile frequentatore della mia pagina. Il che mi spinge come spesso mi accade a farmi delle domande: questa volte su come in realtà io scelgo le modelle – ma preferirei scrivere semplicemente “donne”, dato che alcune non sono affatto modelle – con le quali lavorare.
Hanno qualcosa di speciale? Di straordinario? Non lo so. Se le ho scelte tra decine e decine che popolano oramai il mondo delle “free lance models” un motivo ci sarà.
In realtà io non scelgo mai la “modella”, ma la “donna”.
E la scelgo sulla base di quello che mi fa immaginare, studiandone bene gli scatti a prescindere che mi piacciano o meno; possibilmente anche quelli “privati” dove emerge maggiormente la vera essenza rispetto a quelli posati.
Non mi interessa la sua età (non la chiedo mai infatti e quando vengo a saperla quasi sempre ne dimentico) né chi è, nè cosa fa, né come vive, nè come si veste, ma studio le sue potenzialità esistenziali.
Mi spiego meglio: se non fosse chi è nella vita reale, chi potrebbe essere questa donna? Cosa vedo in lei? Quale vita vedrei per lei ne potesse vivere un’altra? Come dovrebbe essere per affascinarmi come uomo e non come fotografo?
Queste sono le domande che iniziano a girarmi vorticosamente in testa davanti ad un gesto, uno sguardo, un volto. Spesso tali domande trovano un’immediata risposta: un accostamento ad un’attrice del passato, una storia realmente vissuta o immaginata, un’epoca, uno stile, una situazione, un segreto inconfessabile.
Altre volte non la trovano nell’immediato e scaturiscono da una conversazione con l’interessata (in questo senso facebook per il metodo di scouting che personalmente seguo si rivela molto più utile di un freddo book fotografico).
Altre volte non le trovano proprio e quando sono loro stesse a proporsi in quel caso diventa difficile spiegare a modelle professionalmente brave ed esteticamente gradevoli che non fanno il mio caso: cosa potrei dire loro?
Potrei solo rispondere “ Scusami cara, ma non vedo per te altra vita di quella che fai” e mi prenderebbe per pazzo. A me non interessa in fondo, anzi diciamo per nulla, la loro “bravura”, le loro pose, la loro capacità espressiva o disinvoltura davanti all’obbiettivo: mi interessa solo quello che io ci vedo.
La modella è un tramite tra la mia mente e quello che spero (non sempre ci riesco) che chi ne osserverà gli scatti percepisca.