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Forse starai meglio
a saperci lontani negli anni
a sapere che non sono più sveglia
per te.
Ormai i nostri corpi distanti,
abbattuti, a terra,
coperti da sabbia
nel limbo del non
averci provato.
Continuerai
forse ancora
a infilarti gli occhiali
quando non vedi
i tuoi miscugli di frutta per colazione
ravvivarti i capelli
per qualcun altra
in un gesto scaltro
pronto a questo
o quel cambio dell’ora
perché non sei fatto
per stare a guardare,
per salutare
da così lontano
o lasciare andare
gli spiriti
che un tempo
tenevi in mano
prendere la strada
e poi riposare invano.
Chissà se ti chiedi mai, di me.
Chissà se ridi mai, di me.
Chissà se
hai mai avuto
l’anima in pena,
per me
che ho sempre
saputo di avere
l’anima in piena
e in pena per te.
Chissà in un’altra vita,
io e te cogli anni giusti,
cosa avremmo combinato con la felicità.
di Marzia Casilli