“Mi presento, sono FERRARA CARLO.
Con “BEHIND THE MIRROR” ho provato a raccogliere alcuni miei scatti, dividendoli in generi personali; piccoli mondi nascosti nel mio cervello. Il protagonista delle foto sono sempre io in modalità autoscatto. Il titolo “BEHIND THE MIRROR” (dietro allo specchio) è nato per un gioco fotografico/mentale. Dietro allo specchio della macchina fotografica c’è il sensore o la pellicola, che cattura l’ immagine; ma infondo dietro allo specchio ci siamo noi.
Scrivere con la luce. Quale “matita” migliore di una finestra? Dalle finestre passa la luce e passano i pensieri. Attraverso loro vediamo il mondo, ma il mondo vede noi?
WC.
Un luogo dove si è concentrati, dove ognuno è solo con se stesso.
Se sono riuscito a strappare un sorriso, molto del mio intento fotografico è stato raggiunto;
se poi volete vederci qualche cosa di più, l’ intento è raggiunto in modo totale.
Non credo di avere due personalità, ma credo che esistano più me. Credo che, quando prendo una decisione, ci sia una parte di me contraria all’altra;
e che la parte di me contraria alla decisione presa, sia pronta a giudicare l’ altra.
Dentro. Alcune volte hai la testa dentro ai tuoi pensieri. Non importa se belli o brutti, sono pensieri; pensare vuol dire vivere.
Dare movimento. Un gesto istintivo e liberatorio come un salto, un attimo di concentrazione tra cervello e gambe.
CARLO FERRARA: BUSTER KEATON
Carlo Ferrara e le sue surreali immagini, ironiche, grottesche a volte, con un sarcasmo sottile, fotografie poetiche che si svolgono in punta di piedi , lui Carlo, protagonista, sceneggiatore, attore e regista. Le location sempre particolari, elementi essenziali del racconto, funzionali e ispiratrici .
Come non pensare, alla vista di questi racconti e con Carlo come protagonista, agli attori comici del cinema muto e a Buster Keaton in particolare.
Simili sono i suoi rovesciamenti di senso, oggetti che cambiano di significato, azioni semplici che diventano impossibili, il mondo reale che diventa astratto, surreale.
Un linguaggio fotografico che diventa universale, tracce che l’ autore lascia nel suo percorso affinché chi voglia le colga e le faccia sue.
Carlo possiede una conoscenza approfondita della fotografia e della tecnica, lo dimostra la perfetta esecuzione delle sue immagini, con equilibrio e armonia e con una composizione sempre di grande attenzione, nulla è lasciato al caso, frutto di una ricerca e di un accurato studio.
In MANY ME Carlo si sdoppia , e anche di più, compone situazioni in cui attraverso le doppie o triple esposizioni si raffigura in pose diverse, protagonista e coprotagonista nella stessa scena, in FACELESS attraverso un gioco di celare, semplice e sapiente fa sparire la sua testa, rimane quasi surrealmente assente, senza trucchi né post produzione, solo semplicemente usando la sua fervida fantasia, rappresentando le varie sfaccettature dell’animo umano e molto altro.
I capitoli del suo lungo racconto ( direi romanzo) DARK WINDOWS, WATER CLOSET, MANY ME, INSIDE, JUMP, FACELESS si susseguono e come tessere di un mosaico immaginario, tutte diverse e uniche,compongono alla fine un’unica scena, un’ unica sinfonia, che è il racconto del nostro tempo , del nostro spazio, del nostro vivere quotidiano, ma sempre con ironia, una grande forza che fa la differenza.
Ivano Mercanzin (marzo 2016)
UN ESPLORATORE DEL NOSTRO PRESENTE
Fantasioso, ricco di invenzioni, trovate, situazioni al limite dell’assurdo, ma anche capace di attraversare comico e drammatico, ironia e temi di grande spessore con una stupenda e leggera serietà. Ferrara ha un temperamento in primo luogo narrativo, acuto e satirico quanto basta per colpire, elaborare e lanciare i suoi messaggi dentro le bottiglie delle sue foto, che non passano inosservate, che non sono semplici immagini finalizzate al puro riso. Questo autore, infatti, esprime, inventa in modo notevole, pungente, lucidissimo i suoi squarci sull’uomo “liquido” (Bauman) e mercificato contemporaneo, sulla scia di uno stile inconfondibile…Uno stile grottesco che è un suo tratto stilistico forte, quasi una firma; uno stile che, con le dovute peculiarità e differenze, si ricollega in campi diversi a quell’umorismo novecentesco e attuale che è la caratteristica di voci non a caso narrative, critiche, tragicomiche. Pensiamo a Pirandello, a Svevo, allo stesso grande, post-ideologico Raffaello Baldini, tanto apprezzato dalla critica più accreditata e raffinata (un nome per tutti: Mengaldo). Ferrara è quindi un esploratore delle nostre contraddizioni, delle nostre inquietudini, ma sa attraversarle con la sua strepitosa leggerezza, con il suo sguardo consapevole e capace ancora di sorridere, far pensare e divertire nello stesso tempo.
Luciano Benini Sforza ( marzo 2016)