Un giorno a più livelli, d’alta marea
– o nella sola sfera del celeste.
Un giorno concavo che è prima di esistere
sul rovescio dell’estate la chiave dell’estate.
Mi viene in soccorso il poema “Un posto di vacanza” di Vittorio Sereni, a introdurre le atmosfere dell’ultimo lavoro di Tania Piazza “Com’ è bella la nebbia quando cade”.
Una vicenda a 3 ( + 1) che si delinea pagina dopo pagina con estrema lentezza un uomo , una donna , un’altra donna, insieme, uniti da un filo robusto che ne stritola le membra quasi a strangolarli, ognuno detentore della sofferenza propria e altrui.
Un mondo fatto di menzogne, il loro, cosparso di parole non dette, frasi smozzicate, pensieri segreti , silenzi che pesano , fragorosi nel loro “non essere”.
Un tentativo in tarda età, quando arriva il momento dei bilanci, di guardarsi addosso per capire il senso del proprio vivere; spuntano vecchie lettere, nascoste, scritte anni prima da Miriam a Ludo, suo marito, ma mai spedite.
E ora sono appoggiate sul tavolino di casa, con vista sul mare, un mattino, mentre Miriam scompare per qualche tempo lasciando Ludo a cercare di interpretare a ritroso parte del suo passato, come a ricomporre una nuova storia con la regia di altri e con tessere nuove di questo mosaico.
In tutto questo si riavvolge il nastro del tempo , riappare anche Catherine, il vero amore di Ludo di anni prima e la poesia di Emily Dickinson a fare da colonna poetica dei loro incontri.
Poesia che diventa il filo conduttore di altri eventi che sorprenderanno il lettore e che lo costringerà, dopo aver letto l’ultima pagina e aver riposto il libro, a scorrere con la mente interi capitoli per annodare i fili di questo racconto straordinario che Tania Piazza è riuscita a creare scompaginando ogni interpretazione di prevedibilità e gettandoci nello sconcerto .
“Amo scrivere da sempre, perché scrivere è un altro modo per parlare, solo più silenzioso. I libri sono miei compagni inseparabili, in qualunque ambito… La vita è più bella così, perché si arricchisce giorno dopo giorno!
Svolgo da sempre lavori che hanno a che fare con “la gente”, quella che, a mio avviso, è maestra di vita, tra chiacchiere, sorrisi e ascolto. Ciò che bilancia questo quotidiano vivere è la gioia, assoluta, della carta stampata, in qualunque sprazzo di tempo possibile. Prediligo i classici dell’Ottocento e Novecento, ma anche la letteratura contemporanea mi regala grandi emozioni. Aggiungo poi la poesia, altro mio grande amore… Scrivo fin da quando ero piccola, su agende, diari, blocchi di carta, usando anche il cellulare quando non c’è altro sotto mano, pezzi di vita e pensieri che danno alla luce ispirazioni di vario tipo.
“La cura delle parole” è nato con estrema naturalezza e con altrettanta semplicità ha trovato il suo corso. Al termine di quel primo romanzo, ho sentito il bisogno di iniziarne subito un altro, e così, per necessità, è arrivato anche “Com’è bella la nebbia quando cade“.
RECENSIONI:
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