Per me la fotografia è una cosa nuova. Quasi uno anno e mezzo fa dopo aver perso il mio lavoro come editore di una rivista, ho cominciato a dedicarmi alla fotografia scoprendo così una nuova passione. Ho sempre amato la fotografia ma non mi ci ero mai dedicata. La crisi economica ha portato qualcosa di buono – come di solito fa una crisi.
Penso veramente che le foto “succedano” e non si possano creare. Bisogna essere lì nel momento giusto ed ascoltare la foto che ti parla attraverso la tua intuizione, e scattare. Accade senza pensarci, spontaneamente, ma il risultato è la prova che non è una questione di fortuna… è qualcosa che sfida ogni spiegazione razionale. Se una foto vuole “succedere” lo farà… Ci sarà qualcosa che attira l’attenzione per essere fotografata…ma di cosa si tratta? Non so… Credo che una grande foto possa esistere a volte senza uno sforzo cosciente o senza l’intenzione del fotografo. Non progetto mai le mie foto e i miei modelli sono di solito delle persone che incontro in un caffè che si sentono più o meno a loro agio con me. Le foto sono tutti i ritratti spontanei che potrebbero essere chiamati ritratti di strada, sebbene di solito non lo sono. Penso che le foto riflettano la personalità ed il carattere del fotografo. Per esempio fotografie con lunghe esposizioni ed architetture “parlano” di un fotografo che è paziente, preciso, coscienzioso… E le persone vedono ed interpretano le foto secondo la loro personalità… Quindi dov’è la verità in una fotografia? In quella che il fotografo esprime o in quello che lo spettatore vede? La risposta è “nessuno dei due” o “entrambi”. La fotografia mi ha fatto capire il significato di una citazione di uno dei miei autori preferiti, Douglas Adams, : “La realtà è molto spesso poco accurata”.
Credo che l’arte, tutte le forme di arte, possano avere un impatto magico sugli esseri umani, indipendentemente dal fatto di essere stati “allenati” ad apprezzare l’arte. La maggior parte delle persone non sono d’accordo con me su questo. Un opera d’arte ha il potere “di fermare il mondo”, di fermare il pensiero e di “parlare” a una persona in una maniera molto personale… tutto questo è un processo momentaneo e di solito non siamo coscienti di esso… L’arte parla a tutti in modo diverso e quando un’opera d’arte ha la capacità di parlare a tutti significa che si tratta di un’ alta forma d’arte, di vera arte. In questo caso, quello che l’artista ha voluto comunicare diventa semplicemente una questione secondaria.
Mi vedo come un investigatore di sentimenti, un ladro di momenti personali, un osservatore che si avvicina ai soggetti con la curiosità profonda e l’amore , con nessuna idea preconcetta e con gli occhi spalancati come se fosse la prima volta, come un bambino. Fare fotografie è la mia maniera di meditare, la mia maniera di amare. C’è una distanza tra me ed i miei soggetti che non può mai essere ridotta, ma in fondo non è ciò che succede anche fra le persone?
Non ho mai inteso fare , e non faccio, esclusivamente ritratti e, ma sembro esserne appassionata. I ritratti hanno un forte impatto sugli altri… non chiedetemi perché… ma ieri un amico ha menzionato qualcosa che Ingmar Bergman : ‘Non c’è niente di più interessante che fotografare la faccia umana”. E ho realizzato che questo è proprio vero.
La fotografia è stata un regalo improvviso, il più prezioso che abbia mai avuto. La amo totalmente ed appassionatamente, posso dimenticare di mangiare o dormire quando fotografo o guardo delle foto…la fotografia ha cambiato la mia vita in una maniera che non avrei mai potuto immaginare. Tuttavia non ho il tempo per esaminare cosa tutto questo significhi… non ho progetti, e vivo un giorno alla volta…
I am very new in photography… I started almost 1 1/2 years ago… After loosing my job as a magazine editor I started making photos and, in this way, I discovered a new passion. I always loved and admired photography but had never tried it… So I guess the job crisis leaded to something good – as usually a crisis does…
I really think that photographs “happen”, you can’t create them. You just have to be there, open, in the right moment and listen to the photo talking to you through your intuition. And then click. It happens without the process of thinking, in a spontaneous manner but the result shows you that it is not a matter of luck… it is something else,that for me, defies explanation. If a photo wants to come out, it will… Something will make you turn your head and see something and photograph it… What is this? I don’t know… I believe a great photo sometimes can come into being without any conscious effort or intention of the photographer. I never plan my photos and my models are people I meet in a caffe or in a bar… most of the times I know them, so they feel comfortable with me, and sometimes they don’t… They are all spontaneous portraits and so, in a way, you could call them street portraits, although they don’t usually look like street portraits… I Think everyone photographs as they are, depending on their personality and character… For example long exposures and architecture photography “talk” about a photographer who is patient, precise, dedicated… And of course, in the same way, everyone sees and interprets a photo depending on who they are and their personality… So, where is the truth in a photograph? In what o photographer intended -or not intended- to tell, or in what the viewer sees? I guess the answer is “none of the above” and “both”. Photography made me realize the truth in something one of my favorite authors, Douglas Adams, said: “Reality is very often inaccurate”.
I believe art, all forms of art, can have a magical impact on human beings, independently of how “trained” they are in appreciating art – and in this most of the people disagree with me… A work of art has the power to “stop the world” , stop the thinking, and “talk” to a person in a very personal way… all this is a momentary process and usually we are not conscious of it… ~It talks to everyone in a different manner and says something different, but some works of art have the ability to do that to everyone, and for me this proves it is a higher form of art, true art. In that case, what the artist wanted to communicate, becomes a vain and meaningless question, in my opinion…
I see my self as an investigator of feelings, a thief of personal moments, a watcher who approaches her subjects with infinite curiosity and finally, love – that means with no preconceptions, with eyes wide open, like for the first time, like a child. Taking photos for me is, now that I think about it, my way of meditating, my way of loving. There is a distance between me and my subjects that can never be diminished, but then, isn’t this what happens between people?
I never intended to make exclusively portraits, and actually, I don’t, but I seem to be more passionate about them and they have more impact on others… Don’t ask me why… But yesterday a friend mentioned something that Ingmar Bergman said: “there is nothing more interesting to photograph than the human face”. And I realized that I find that to be very true!
Photography for me was a very sudden gift, the most precious I have ever got, because I love it completely and passionately -I can forget to eat or sleep when I am photographing or editing photos… It changed my life in ways I have never anticipated and I still did not have the time to process in my mind what all this means… so I guess I have no plans, I am taking it one day at the time…
I ritratti di Angie parlano dritto al cuore entrano in profondità, si fanno spazio tra i meandri del nostro sentire. Non ti spieghi il perché, senti che entrano e come un’ osmosi diventano parte di te.
Sono piccoli racconti di ordinaria quotidianità e proprio per questo, nella loro apparente semplicità, nel loro minimalismo, raccontano l’essenza della vita, la parte vera, sincera quella che ai più passa inosservata e che invece Angie fissa con grande sensibilità.
Sono sguardi, movenze, riflessi di atti, capelli che si scostano, mani che si muovono, piccole scene a comporre storie, racconti … Vita.
Nel suo bianco e nero, essenziale, “rumoroso”, nei suoi punti di vista, nei suoi tagli, si percepisce il sentimento che anima Angie, un qualcosa che proviene dagli strati profondi del raccontare, come un ricercatore alla scoperta del “sentire interiore” delle persone che… per un attimo diventano i veicoli, i tramiti del suo pensiero.
(Ivano Mercanzin)