Ne abbiamo incontrati tanti ma è proprio vero che….
…C’E’ MERCATO E MERCATO
C’è il mondo delle patate declinate in tutte le possibili varietà e provenienze; attorno orbitano il pianeta delle banane piccole guineos, e quello delle giganti platanos. E ancora più in là i continenti delle zucche e dei pomodori, poco oltre si approda nell’arcipelago dei cavoli giganti e delle arance, della papaye e degli ananas. Dentro, al coperto, si celebrano i fasti dell’impero del pollo, cotto e crudo, ma anche della carne di mucca, con contorno di quella di maiale e d’anatra…. Questo è l’Abasto, i mercati generali di frutta e verdura di Santa Cruz. Un esagerato labirinto, forse solo apparente, dove ogni alimento si sbraccia per trovare un posto il più possibile al sole e dove ciascuno recita la parte che gli tocca: venditore, cliente, facchino, e finanche borseggiatore (occhio…).
Poi, è ovvio: in Bolivia al mercato c’è anche l’angolo della coca, la foglia che qui si può vendere e masticare a volto scoperto, senza il timore che qualcuno ti porti in cella. La masticano, ad esempio, le centinaia di facchini scatenati fin dall’alba in frenetici gran premi nella bolgia dell’Abasto con cariole straripanti di carichi sovrumani. Con migliaia di clienti e i (pochi) turisti che rischiano di essere investiti senza pietà se non obbediscono prontamente al secco richiamo del “Fatemi passare”, che qui diventa litania ininterrotta di un rito pagano come quello del comprare, e del comprare al miglior prezzo, quel che poche ore dopo finirà su centinaia di migliaia di tavole, ricche e povere, in tutta Santa Cruz e dintorni.