Posted by on 25 novembre 2014

 
 
 

progetto5

Una sorta di caduta libera verso Sud seguendo la Cordigliera delle Ande, giù giù fin quasi alla Terra del Fuoco, per poi risalire la Patagonia argentina lungo la costa atlantica fino alla capitale, Buenos Aires. Partenza dalla Bolivia (Santa Cruz), poi un pizzico di Argentina e tanto Cile, con tappa certa a Santiago, la capitale, e a Puerto Montt. Scavallo delle Ande, poi tutto territorio argentino fino a raggiungere i due parchi nazionali Los Glaciares National Park (in Argentina) e Parque Nacional Torres del Paine (in Cile), entrambi collocati praticamente sullo stesso parallelo delle isole Falkland (o, forse meglio, Malvine?). Poi, si torna a risalire verso Nord, dove è tutta Patagonia con sosta certa a Comodoro Rivadavia sull’Atlantico prima di arrivare come meta finale a Buenos Aires.

La Patagonia è uno strano luogo, con spazi immensi e incredibili attrattive, che affascina. Ha affascinato soprattutto uno scrittore-viaggiatore come Bruce Chatwin, che ci ha scritto un libro, ma prima di lui un naturalista-viaggiatore geniale: “Il deserto della Patagonia – scrive Chatwin – non è un deserto di sabbia o di ghiaia, ma una distesa di bassi rovi dalle foglie grigie, che quando sono schiacciate emanano un odore amaro. Diversamente dai deserti dell’Arabia non ha prodotto nessun drammatico eccesso dello spirito, ma ha certamente un posto nella storia dell’esperienza umana. Darwin trovò le sue qualità negative irresistibili. Ricapitolando Il viaggio della Beagle tentò, senza riuscirvi, di spiegare perché, più di tutte le meraviglie da lui viste, questo “arido deserto” aveva tanto colpito la sua mente.” (Bruce Chatwin, In Patagonia, 1977).

La nostra avventura sul continente americano termina a Buenos Aires, ma non si ferma qui. Scavalcato l’Atlantico, il viaggio riprende da Città del Capo verso altri deserti: quelli dell’ Africa.

COOPI

Around The World 2014→2015
sostiene i bambini del centro “Hogar San Camilo a Lima” dove Coopi, Cooperazione Internazionale ha attivo un progetto di sostegno a distanza.

L’Hogar San Camilo di Lima offre supporto alle persone sieropositive e malate di AIDS.

I bambini accolti e i loro genitori sono per la maggior parte immigrati andini, vittime di violenze da parte di bande armate e narcotrafficanti, gente povera e molto vulnerabile. L’Hogar permette di andare a scuola a bambini e bambine affetti da HIV, oppure figli di genitori con HIV/AIDS, assicurando anche un’alimentazione adeguata e l’assistenza sociale e psicologica necessaria per superare le difficoltà legate alla loro situazione. Inoltre, si impegna quotidianamente contro le discriminazioni nei loro confronti. Particolare attenzione è dedicata alle donne in gravidanza, per prevenire la trasmissione materno-infantile e ai bambini sotto i 3 anni. L’Hogar, inoltre,fornisce farmaci antiretrovirali a tutti i suoi beneficiari.

Coopi realizza anche progetti di sostegno a distanza in 8 Paesi (Perù, Haiti, Senegal, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia e Uganda), assicurando cibo, istruzione, salute e protezione a oltre 2.700 bambini. In Perù, collabora con 5 centri per offrire assistenza a bambini e bambine in stato di abbandono o la cui famiglia non può garantire le cure necessarie. Alcuni di questi bambini vivono in situazioni di rischio (lavoro minorile, vita di strada, violenza). Altre hanno subito abusi o hanno contratto il virus dell’HIV.

Per maggiori informazioni visitate il sito: www.coopi.orgwww.adottareadistanza.org

 

 

TEAM:

GABRIELE COLLEONI – GIORNALISTA

Bergamasco, classe 1956, vive e lavora a Verona dal 1981. Bibliotecario, animatore culturale e giornalista (per hobby) durante gli studi universitari, dopo il servizio civile ha imboccato definitivamente la strada del giornalismo occupandosi per un decennio di America Latina e di cooperazione internazionale, lavorando con organizzazioni non governative e visitando diversi Paesi della regione. Dopo una collaborazione a Bruxelles con Alexander Langer al Parlamento Europeo, e un’esperienza di free-lance, dal 1992 lavora al quotidiano L’Arena, di cui ora è caporedattore, ma non ha mai «lasciato» l’America Latina, anche perché sposato con una porteña argentina. Gli piacciono la storia e le storie. Fa il cicloturista da oltre 40 anni e sogna di fare, prima o poi, un giro del mondo in bici passando magari da Santiago de Compostela (perché bisogna) e poi da Rio (per salutare Chico Buarque e un amico brasiliano, anch’egli apostolo delle due ruote). Intanto proverà a farne un pezzetto in jeep. Cerca in ogni circostanza di ricordarsi di Antonio Machado Caminante, no hay camino: se hace camino al andar, senza dimenticare il proverbio argentino: quién te quita lo bailado?, e chi può portarti via quello che hai ballato?

nasce a Brescia, Italia, nel 1957. Fotografo e artista, Radici racconta con la fotografia le sue esperienze, tracciando un fantasioso percorso visivo passando da immagini per la moda, la pubblicità e il reportage con indiscussa forza espressiva. Diversi porfolio pubblicati su riviste come “Zoom International”, “Gente di Fotografia”, “ Private” e vari redazionali di moda lo hanno fatto conoscere al grande pubblico. Libri fotografici pubblicati: “Parigi” nel 1997, “A Remya mia figlia Indiana dell’India” nel 1998, “Cambodia” nel 2002, “Che il passo lento dell’elefante ti porti lontano” nel 2005, “Simple Objects” nel 2007, “Pakistan” del gennaio 2008, “Religion” progetto 7MML nel 2009, “Patria e onore” un libro realizzato per la marina mlitare sulla Amerigo Vespucci nel 2011 e “Est, Est , Est” progetto 7MML2.0 del 2012 lo hanno fatto apprezzare dalla critica internazionale. Sue fotografie fanno parte di varie collezioni pubbliche e private tra cui il MAM museo di arte moderna di Rio de Janeiro e il museo “Fotokunst” in Danimarca.

Paolo Corti nato a Brescia l’11 aprile del 1967. Operaio, portalettere, venditore, fornaio, ottico-optometrista, titolare di pub, pizzaiolo, assaggiatore ONAV e ora driver in 7milamiglia. Nel 1993 decide di staccare la spina e trascorre due mesi presso i Padri della Consolata a Kangeta nel Nyambene ( Kenya ) e da lì la voglia di muoversi un po. Dopo alcuni viaggi ” qua e là ” scopre nel 2008 la passione per i cammini a lunga percorrenza : ha camminato sul camino Frances, sull’Aragones, sulla Senda Litoral, sulla West Highland Way, sulla Great Glen Way e sul Camino Real de la costa GR 130 dell’isola de la Palma. Riporto la frase di Antonio Machado che ha aggiunto Gabriele perchè la condivido totalmente: Caminante, no hay camino: se hace camino al andar.

GIULIO TONINCELLI – VIDEOMAKER

Nato a Brescia il 25 Novembre 1984 e laureato in Graphic Design all’Accademia di Belle Arti Santagiulia di Bresica. Tra il 2009 e il 2010 lavora a Brescia in un’agenzia di comunicazione che lascia per viaggiare tra Cina, Tibe e Australia. Una volta tornato in italia si sposta a Milano dove lavora con vari fotografi e collabora con lo studio di produzioni video Sette Secondi Circa. Nel 2012 si trasferisce a NY dove lavora presso lo studio fotografico Russ&Reyn nel cuore di Manhattan ed il fotografo Steve McCurry. Tra le esperienze anche alcuni mesi trascorsi su diversi set cinematografici tra cui il film ‘Padroni di casa’ di Edoardo Gabbriellini con Elio Germano, Valerio Mastandrea e Gianni Morandi; e la realizzazione di numerosi progetti video come regista, aiuto regia e operatore. Nel 2013 documenta una missione umanitaria con Intermed Onlus tra Turchia e Siria.

 FEDERICO BAJETTI – DRIVER

Federico Bajetti nasce il 13.08.1990 a Brescia. Da sempre appassionato di viaggi e natura, si avvicina alla fotografia, inizialmente analogica, intorno agli 11 anni grazie alla passione tramandatagli dal padre e dai due zii. La vera svolta avviene nel 2008, durante un periodo di studio negli Stati Uniti, dove acquista la sua prima reflex rivoluzionando il modo di vedere il mondo attraverso l’obiettivo. Laureato in Fotografia presso la Libera Accademia di Belle Arti, ad oggi vanta numerose le collaborazioni dal campo del design, eventi, fotografia industriale, sport e fashion. Oggi collabora con un’affermato fotografo di moda londinese e le sue priorità continuano ad essere la fotografia e i viaggi, con oltre 30 paesi esplorati negli ultimi 3 anni . Nel 2012 è comparso nel celebre reality show “The Apprentice” come fotografo ufficiale presso la Giochi Preziosi di Milano. Scrive e scatta reportage per il ThePostInternazionale. Non importa il dove, non importa il come, basta ci sia qualcosa da vedere, da scoprire, fotografare e raccontare.

ERMINANDO ALIAJ – FOTOGRAFO

Erminando Aliaj, nasce a Valona, Albania, il 14 Luglio 1984. Dal Novembre ’93 vive a Brescia. Si laurea all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia. Dal 2010 insegna Storia della Fotografia di Moda e Fashion Photography all’Accademia del Lusso di Milano. Fotografo di moda, ma soprattutto ritrattista. Dal 2011 collabora con la casa discografica Carosello Records fotografando artisti come Stefano Bollani, Irene Grandi, Emis Killa ecc. e c

web: 7milamiglialontano.com

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