I’ll Fly for You
Sento l’odore della notte,
luci a tratti, intermittenti,
neon acidi, freddi, fruscianti.
Persone si spostano,
sguardi assenti, altrove.
Viaggiatori con biglietto di sola andata.
Scale mobili,
il mio passo si fa leggero,
un impercettibile spostamento e un ritaglio della mia pelle rischiara la notte.
Hotel,
osservo il silenzio della notte.
Il corridoio vuoto, pesante,
ovattato dalla moquette
che odora di tempo, di ruggine,
di destini incrociati.
Stanza numero X,
schiena nuda alla finestra,
sento il freddo del vetro, l’umido della notte,
gocce entrano in me.
Poltrona, d’altre epoche,
scivolano anima e corpo.
Stivali carezzano le mie gambe,
un vezzo che mi piace possedere,
una seconda pelle,
un’altra me che riflette l’essenza.
Mi stendo nella mia nudità,
irrequieta,
socchiudo gli occhi,
penso,
mi abbraccio,
i miei occhi guizzano
d’istinto primordiale di animale,
fiuto l’aria.
Brividi mi scuotono, trepidazioni mi avvolgono,
si stendono in me.
Torno nella notte,
una luce mi accoglie, una scia mi indica percorsi
che forse intraprendo,
un natante il cui soffio di memoria trascina al largo.
E’ notte,
il mio cammino è più deciso,
forse un tango di passione solitaria,
e ombre e luce e silenzio.
Il mondo prosegue la sua corsa,
mentre mi dirigo,
verso un dove,
verso un quando,
verso,
un oltre.