Per chiudere in bellezza
” se filmiamo, lo facciamo da sopra il suv Great WAll
e Il testo, lo scomponiamo in titoli di coda “
Siamo arrivate a Panama.
Siamo al momento dei titoli di coda.
Immaginatevi la strada, le due auto, una dietro l’altra.
Immaginatevi i paesaggi, dal Canada a Panama, immaginate che sopra stiano scorrendo i ringraziamenti:
– Alle centinaia di persone americane, messicane, nicaraguensi, guatemalteche a cui abbiamo chiesto indicazioni stradali. Alle centinaia di persone americane, messicane, nicaraguensi, guatemalteche che ce le hanno date sbagliate.
– Al personale della dogana incaricato delle ispezioni dei veicoli. Per tutte le volte che, aprendo il bagagliaio, ha assistito imperturbabile ad un crollo a valanga di reggiseni e mutande appoggiati malamente sopra le valigie (c’è umidità, in Centro America. Se fai il bucato non è che la roba ti si asciughi in una notte).
– Al personale della dogana corrotto dalle sottoscritte con qualunque tipo di alimento legalmente accettato.
– All’impiegata della dogana dell’Honduras che dopo essersi fatta attendere per quasi un’ora si è presentata felice e sorridente con un rotolo di cartaigienica sotto il braccio.
– All’indimenticato Jimmy Lee, l’uomo della dogana canadese.
– Alle temibili ricetrasmittenti. Per tutte le volte che al “Donne mi sentite? Passo”, hanno preferito lasciarsi morire dolcemente.
– Al pile di Valeria. Che ha fatto da cuscino per le dormite in auto di tutto il team, da benda facciale per le emicranie di Raffaella, da salvavita per la mia febbre da congestione, da sciarpa salvacollo per la cervicale di Anna.
Che qualcuno lo abbia in gloria. Meglio sarebbe se fosse una lavatrice.
– Alle connessioni wifi dei McDonald americani. Senza di loro metà del viaggio sarebbe andata persa su lande desolate (e biscotti ipercalorici).
– Ai motel a stelle strisce. Per tutti quei dettagli di arredo che ci hanno fatto intendere che prima di noi non fossero passati esattamente dei viaggiatori.
– Alle tende montate sulle nostre auto. Che se fai come dice Vilma, e la notte tiri via la scaletta, è un attimo la mattina lanciarsi fuori, di testa, diritte sull’asfalto.
– Ai fagioli. Costante alimentare dall’Arizona ai giorni nostri.
– Ai rubinetti delle docce e al loro funzionamento. La vera incognita di questo mese di viaggio.
– Alla catastrofe ambientale che solo sei donne nella stessa stanza sono in grado di scatenare.
– Al “mi scappa la pipì” allo scadere di ogni ora e trenta minuti esatti.
– Alle nostre auto. Che al confronto una Parigi Dakar sarebbe sembrato un week end lungo sulla riviera romagnola.
– Al primo car wash che incontreremo. Il depositario dei nostri ultimi risparmi.
– Alle chiavi delle auto. Per essere sempre rimaste accanto alle loro padrone senza mai perderle di vista.
– A tutti quelli che mi sto dimenticando e che verranno sicuramente aggiunti in post produzione.
Questi titoli sopra i paesaggi, sopra le immagini che scorrono rallentate, sopra le due auto che attraversano l’America, sono la nostra dedica.
Siamo arrivate qui grazie a voi. O nonostante.
(team 7MML)