UN DIAMANTE È PER SEMPRE
Sono sessant’anni che la voce, qui dentro, è solo quella del vento. Vento che scricchiola, che cigola tra le assi secche e sdentate dei pavimenti e dei soffitti, che s’intrufola con le sabbie tra le crepe delle case, sulle scalinate in legno, a levigare le pareti tappezzate a vecchio.
Fuori è foschia che s’alza dalle dune lisce, che quasi non si riesce a respirare, tant’è densa di deserto. Con due binari che si perdono nel nulla.
A Kolmanskop tutto parla di fatiscenza e morte da quando, nel 1954, l’ultimo dei suo abitanti l’ha consegnata all’abbandono. E dire che fino alla fine della Seconda guerra mondiale, era una florida città mineraria. C’era l’ospedale, la scuola. C’era persino un teatro. E la sala da ballo. E un casinò, certo, per permettere agli operai di giocarsi il frutto del loro lavoro, come in ogni luogo in cui c’è profumo di ricchezze, e la fortuna aleggia nell’aria.
Era nata coi diamanti, Kolmanskop, da quando la dea bendata aveva arriso a un pover’uomo, nel 1908. Da allora, ne erano venuti altri, tedeschi, tanti. Approdavano al porto di Lüderitz, lì vicino, e con il treno, ora pure in abbandono, arrivavano qui. E in mezzo al vento, sotto il sole di questa Germania tropicale cercavano la loro nuova vita.
Poi, la miniera s’era impoverita e, alla fine, s’era spenta, insieme alle ultime luci delle case.
Ora l’ha comprata il colosso boero De-Beers, il re delle pietre preziose. Le ha ridato vita, e s’è presa pure la gestione dell’accesso turistico (caro!) a questo luogo di spettri.
Perché, come si dice… “un diamante è per sempre”.
Kolmanskop, Namibia, 26 febbraio 2015
Team 7mml
Buon viaggio … sempre