Posted by on 19 aprile 2015

 
 
 

UNA NOTTE CON I MURSI

La Valle dell’Omo, nell’angolo sud-ovest dell’Etiopia, è diventata una delle principali destinazioni in Africa, grazie alle sue bellezze naturali ed al valore antropologico. Ci sono circa 16 tribù indigene che vivono nella valle e sulle alture circostanti, ma una sola è diventata un’attrazione a livello mondiale. Il popolo Mursi.

L’attrazione internazionale in riferimento al popolo Mursi è giustificata da una tradizione piuttosto fotogenica ma che altera completamente e irreversibilmente le facce delle donne di questa tribù.

Le ragazze adolescenti iniziano penetrandosi il labbro inferiore per adattarvi piccoli piatti di argilla e continuano a farlo fino a mettersi dischi sempre più grandi. Nello stesso periodo passano attraverso un’altra procedura dolorosa, la rimozione di tre denti frontali inferiori.

Questa abitudine disumana viene dal passato – è vagamente spiegata come un sistema per “proteggere” le donne dagli invasori – ma va avanti oggi come attrazione per i turisti. Che vergogna …

I Mursi sono ancora pastori ma hanno bisogno di soldi e quindi, per ogni foto che gli si scatta, loro chiedono qualche birr – la moneta etiope. Visitando i Mursi – una popolazione di solo 8.000 persone – in alcuni momenti sembra di vivere un’esperienza ultraterrena. Però purtroppo spesso il rapporto con loro rimane piatto – è tutto di “dare i soldi – scattare foto”.

Al fine di evitare i gruppi di turisti che affollano la valle dell’Omo ogni mattina – abbiamo preferito unirci alla tribù la sera e trascorrere la notte insieme. Accompagnato da un ragazzo locale di Jinka, abbiamo guidato a 70 km di profondità nella valle e abbiamo trovato Marege, un villaggio di 200 persone.

Ci siamo accampati vicino, abbiamo acceso un fuoco con Ningolai Bana – il vecchio capo di 40 anni – mangiato noodles e samosa per la cena e abbiamo conversato con queste persone, forse tra le più isolate della terra. E’ stata una notte indimenticabile di luna piena. Con il belare delle capre ed il canto delle cicale come colonna sonora.

La mattina successiva abbiamo visitato diverse capanne Mursi per passare del tempo con le donne e i bambini del villaggio, abbiamo prestato i nostri rasoi da barba agli uomini e poi li abbiamo lasciati in pace con il grande privilegio di esserci portati a casa queste emozioni. Naturalmente abbiamo pagato loro qualcosa per l’ospitalità, ma per una buona ragione. I Mursi hanno diversi problemi con le autorità etiopi, quindi hanno bisogno di sostegno per mantenere la loro terra ed i loro costumi.

Ogni volta che li incontrerete, ricordatevi che non si visita un zoo antropologico, ma che sono persone vere e che a breve diventeranno rifugiati nel loro stesso territorio a causa di un nuovo stabilimento, una strada asfaltata e l’uso amministrativo della loro terra.

 

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