Non ci aspettavamo questo incontro.
Partiamo dall’ immagine un pò burbera di questo signore in copertina per arrivare a scoprire un mondo di dolcezza. E il racconto di Gabriele ci spiega il perchè.
Dolce giornata a tutti.
IL DOLCE DI SUCRE
Cosa c’è di più gradito di una barretta di cioccolato in alta quota? Con il senno di poi avremmo dovuto sospettarlo, arrivando agli oltre 2.700 metri di altitudine dov’è stata costruita, che l´elegante Sucre oltre che capitale costituzionale della Bolivia, è anche la capitale andina del cioccolato. Con l’aggravante che il suo nome in spagnolo rimanda, seppur preterintenzionalmente, allo zucchero (in realta l’antica Chuquisaca cambiò intestazione in omaggio al padre della Patria, il generale Antonio José de Sucre). Insomma c’è del dolce a Sucre.
Ma come è accaduto che la Ciudad Blanca sia diventata, con le sue diverse fabbriche di livello nazionale e i molti laboratori artigianali, la capitale del cioccolato? Gastón Solares, patrón di una fabbrica di rinomato cioccolato boliviano ma anche cultore di storia patria, non ha dubbi. Ha studiato e scritto di questo. A portare sul finire delll’Ottocento il cioccolato in Bolivia furono benestanti famiglie europee, che avevano imprese minerarie e affari a Potosi ma che risiedevano a Sucre per l’altitudine meno severa e il clima piu temperato. Per uno dei tanti intrighi (in questo caso alimentare) della storia, il sacro cacao che gli europei avevano portato dal Nuovo Mondo come bevanda degli dei, riappariva sottoforma di cioccolato sull’altopiano dei quechua e degli aymara.
Il fatto è, ci spiega Rosario Concejal, direttrice di produzione della fabbrica Para tì, che nella regione amazzonica boliviana del Beni si produce un esclusivo cacao selvático di gran qualità, che costituisce la base al 100 per cento degli oltre venti tipi di cioccolato in catalogo e dei vari tipi di bombon. Valorizzare il cacao nazionale è diventato ora questione di orgoglio. E i raccoglitori vengono incentivate ad associarsi, magari con il supporto della cooperazione internazionale.
Certo, da qui a diventare la “svizzera andina del cioccolato” restano ancora molti passi da compiere. Ma qui tutti sono ottimisti e stanno facendo arrivare delegazioni persino dalla Svizzera e dall Olanda per migliorare il loro cioccolato. I profumi che salgono dalla fabbrica e gli assaggi cui siamo obbligati senza poter accampare scuse, ci spiegano il perché di questo ottimismo. Il cioccolato, sostiene qualcuno, stimola il rilascio di endomorfine causando una gradevole sensazione di piacere. Senzazione che induce ad una visione di sicuro meno amara della vita. Anche a Sucre e dintorni…
Gabriele