Il racconto di una lunga giornata di trasferimento. Persone, auto, paesaggi, incontri, noi. Il viaggio.
PROXIMA SALIDA… SUCRE E POTOSI’
Non vediamo l’ora di salire sull’altopiano andino – l’Altopiano, e punto . Obiettivo: sfondare, quota dopo quota, i nostri personali record di altitudine (project leader, a parte) fino agli oltre 4.000 mila che ci aspettano a Potosì. Perché la Bolivia sarà anche Amazzonia e grandi vallate che risalgono i contrafforti della Sierra, ma per noi “foresti” europei con l’immaginario colonizzato già dai sussidiari delle scuole dell’obbligo, resta soprattutto il Paese andino per eccellenza. Dopo la fuga di buon ora da Samaipata sotto un cielo piovigginoso, si comincia subito a ballare. Stiamo entrando nella Bolivia profonda, si vede dalla strada e dai compagni di viaggio incontrati lungo il tragitto.
Tappe forzate: Mairana, La Palizada, Sapaina, Aiguiles: si guida, si consulta il gps, si scatta, si gira il video. E si molestano i campesinos con domande assassine (“dove c’è il wi-fi?”, “Qui prende?” “Dove si possono spedire i file con Internet?”). Siamo in costante astinenza del segnale su queste strade da montagne russe stile western che ci portano su verso Sucre, la storica capitale. Ma, ragazzi, noi siamo 7milamiglialontano! Si va avanti. Poi, come sempre, una volta al giorno scocca l’ora delle nostre brame: il mezzogiorno di cuoco. Grazie Juan e grazie Herminia per averci spezzato le nostre sfacchinate con i vostri mangiarini, “modestos pero ricos”.
Poi, solo nella notte un grido: Sucre! Commento: “l’era ura” (usare traduttore Google, please, chi non capisce). E Sucre si scioglie nelle nostre braccia senza dire né a né ba per un giorno e mezzo. Ue’, siamo su a 2.800. No, non basta: adelante. Su, su, ancora più su… Guida, consulta il gps, scatta, gira il video, fai domande assassine (“Ma quello è il Cerro Rico?” “Il wi-fi lì prende?”). Meno male che finalmente siamo sull’altipiano e a Potosì. Grandioso il colpo d’occhio sulla città che un tempo fu la più ricca del mondo con l’argento delle sue miniere. Sì, a 4.100 di altitudine, proprio un vista mozzafiato…