PROXIMA SALIDA: PATAGONIA
Il Cile ci aveva accolto con i vulcani andini del Grande Nord, e ci congeda con l’imponente profilo innevato dei vulcani dei grandi laghi del Sud: l‘Osorno, un piccolo Fujiama che si specchia nelle acque del Llanquihue, il Puntiagudo (il nome dice tutto) e il Calboco. Ma la Patagonia cilena, patria degli indomiti Mapuche in lotta oggi per recuperare le terre ancestrali – come ci ha raccontato José Nain durante l’incontro con una comunità indigena – ha in serbo un’ultima sorpresa prima del passaggio della frontiera verso la Patagonia argentina: il “bosco stregato” dei coigue, il rovere andino un tempo incontrastato signore delle foreste pluviali di queste latitudini. Qui una bella porzione di montagna nel 2012 è stata sepolta dalle ceneri e dai lapilli eruttati senza tanti complimenti dal vulcano Puyehen-Caullén. Per chi vi transita ora, diretto alla “Cortina delle Ande” (sua detto senza offesa per la perla delle Dolomiti) di San Carlos di Bariloche, gli effetti appaiono extraterrestri. Eppure è ben terrestre quanto qui accade con terremoti ed eruzioni: da queste parti la Terra è viva più che mai. Pur con tutte le tragedie che può comportare agli uomini, non ha ancora portato a termine la sua vecchia fatica.