CAPITAN PASTENE/2 – UNA STORIA DA FILM
Cantergiani, Venturelli, Iubini, Balocchi, Fulgeri, Castagnoli, Vieri... cognomi emiliani a volontà in un remoto angolo del Sud cileno, a 700 chilometri da Santiago. Fa un certo effetto. A differenza dei Paesi sudamericani affacciati sull’Atlantico, il Cile non è mai stata una meta molto gettonata dei nostri emigranti. Eppure oggi la comunità italo-cilena di Capitan Pastene ha ancora una sua vitalità ed è a suo modo salita alla ribalta nel Paese che tra il 1904 e il 1905 accolse le 88 famiglie reclutate sull’Appennino modenese per dar vita alla Colonia Nueva Italia.
Il governo cileno ci teneva così tanto a questo insediamento, per popolare un territorio da poco occupato dall’esercito dopo la sconfitta degli indigeni Mapuche, che nel 1907 per inaugurare ufficialmente la colonia arrivò persino il presidente Montt e il municipio fu intitolato al navigatore genovese Giovanni Battista Pastene che nel Cinquecento aveva esplorato le coste cilene.
Gli inizi, ovviamente, furono durissimi per gli emigranti. Oggi, a oltre 100 anni di distanza, recuperato anche un gemellaggio con la regione d’origine, Capitan Pastene è al centro di un piccolo boom turistico legato al revival delle radici italiane alimentato da libri e ricerche sui due versanti, e anche dalla buona cucina Emilian style che offre… Da parte loro i discendenti dei pionieri modenesi si danno da fare per promuovere un’immagine friendly del posto, all’insegna della giovialità, che culmina da qualche anno nella festa del 10 di marzo, con la sfilata in costume e dei vecchi carri agricoli, per ricordare il giorno dell’arrivo degli emigranti.
Capitan Pastene è però metà cult anche per studiosi e appassionati di cinema. Merito di “don René” Vieri Castagnoli che, 31 anni dopo la chiusura forzata dai tempi, ha voluto ristrutturare il fu cinema Rex appartenuto al padre e nei cui corridoi e camera di proiezione da piccolo è cresciuto a pane e pellicole (“ma La dolce vita papà non me la lasciò vedere, diceva in italiano: è peccaminosa”).
Il cinema ha riaperto con l’insegna Cinema Paradiso perché la sua storia richiama quella del fortunato film premio Oscar di Tornatore. Sono venuti persino da Santiago per raccontare e studiare la storia di questo locale dove negli anni di gloria le pellicole arrivavano con il trenino ( ora soppresso) subito dopo la “prima” nella capitale. E ci hanno addirittura girato un film, sul posto: Cinema Pastene. Don René lo fa solo per passione: “Il cinema non dà da vivere, io lavoro con una mia piccola azienda forestale, ma avevo promesso a mio padre che non avrei lasciato andare in malora questa eredità”. Lo ha reinaugurato nel 2004 proiettando il documentario sui nonni italiani e la storia di questa terra… con il vecchio proiettore da 35 mm degli anni Cinquanta ancora in spolvero. “Mi rende felice anche solo l’interesse che si è creato intorno a questo locale, oggi di nuovo a disposizione della nostra comunità”. Piccole storie di grandi persone, quasi alla fine del mondo.
Gabriele