FEDE ON THE ROAD
Uno si aspetta che a Belen, alla lettera: Betlemme, la festa patronale sia il 25 di dicembre. No, a Belen di Catamarca sulla Ruta Nacional 40 che attraversa l’Argentina da Nord a Sud ai piedi delle Ande, la festa importante è quella della Virgen dell’8 dicembre...Lo scopriamo dai racconti di una piccola folla radunata davanti ad un altarino che blocca la strada, e in attesa dell’arrivo nel barrio Molino della statua della Madonna, “pellegrina” per la sua festa nei quartieri della città. Perché nessuno ha voluto rinunciare alla sua “visita”. Un omaggio alla Virgen Madre de Dios semplice, fatto di una tovaglia linda sull’altare, un mazzo di fiori storditi dalla gran calura e soprattutto da tanta devozione. Cristina Suzana Gutierrez ha 92 anni, seduta all’ombra di un grande ceibal, l’albero nazionale, inganna la lunga attesa conversando gustosamente con i sei improvvisati devoti stranieri. Conserva una straordinaria lucidità: “Da quando mi ricordo, questa processione non è mai mancata l’8 dicembre…Una volta però la statua della Madonna arrivava qui con la carretta tirata dai muli o dai cavalli”. Oggi la Virgen, vestita di bianco con mantello azzurro, quasi un’icona nazionale perché sono i colori argentini, arriva su un pick-up adattato alla temporanea funzione religiosa. Ma la devozione del gruppo di fedeli ha l’aria di essere la stessa di un tempo, con il canto che si alza nell’afa del tardo pomeriggio incoraggiato da un grosso stereo, e con una piccola processione a baciare il lembo del mantello della Madonna, tra un avemaria e l’altro.
Una fede che ritroviamo , declinata però in forma più pagana, qualche centinaio di chilometri più a Sud, alle porte di San Juan, al “santuario” della Difunta Correa di Vallecito. Un sacrario a tutti gli effetti per il culto, non legittimato da alcuna Chiesa ma solo da un radicata e secolare religiosità popolare, per la compagna di un soldato, ritrovata morta di sete nell’arida valle durante una delle guerre civili tra unionisti e federalisti che devastarono l’Argentina nella prima metà dell’Ottocento. A conferire l’ aurea di santità a furor di popolo alla leggendaria figura di Deolinda Correa fu il fatto che il figlioletto fu ritrovato vivo da un gruppo di mulattieri mentre poppava latte dal petto della madre senza vita, sotto un pianta di carrubo. A beneficiare dei primi “miracoli” attribuiti alla Difunta furono proprio alcuni mu!attieri che attraversavano il desertico Nord argentino… Oggi il culto viene celebrato lungo le strade con piccole cappelle in miniatura adornate di bandierine e con bottiglie di acqua. Perché è l’offerta dell’acqua che propizia, nella credenza popolare, i favori della “santa”, considerata la protettrice di tutti i viaggiatori e in particolare dei camionisti. Sulla collinetta dove fu ritrovato il corpo de Deolinda, oggi sorgono 17 cappellette tappezzate da un mosaico senza soluzione di “per grazia ricevuta” mentre l’entrata della principale è assediata da una piccola selva di bottiglie di acqua. Tutto intorno al “santuario” i fasti più pagani di ogni culto popolare, persino una distesa di griglie e tavolini fissi per un bel asado di famiglia durante una gita fuoriporta devozionale. E il governo di San Juan ha persino costruito un’esemplare pista ciclo-pedonale di alcune decine di chilometri per i pellegrini più audaci. Si sa i pericoli sulla strada sono tanti e sempre in agguato. Anche per i devoti. E magari conviene dare una mano alla Difunta Correa…
Gabriele