AMARCORD ALL’OMBRA DELLE ANDE
Il pomeriggio è caldo anche se ventilato sulle colline del Rio Caldera. L’estate assedia il pomeriggio festivo con quella dolce voglia di far niente, mentre la città di Salta sonnecchia sullo sfondo, oltre la luce del ponte che attraversa il fiume. Sul greto, in cerca di refrigerio, si affolla senza pudori una chiassosa frotta di ragazzi e ragazze, di bambini e cani, mentre gli adulti, a piccoli gruppi, un po’ più lontani nell’ombra attendono con noncuranza solo apparente, al pollo che sfrigola sulla griglia con la pigrizia richiesta dalla controra. “Asado” di povera gente in un pomeriggio festivo fuori porta. E mentre un “vitellone” non esita a sfoderare la tartaruga dei suoi addominali di periferia, nel chiuso di un’auto due adolescenti più ombrosi preferiscono i videogiochi sui telefonini ai parlottii tra ragazzi, dove si insinuano innocenti le piccole cotte di stagione. Ma a tutti la tiepida corrente del Caldera rinfresca il corpo, portandosi via per qualche ora anche gli affanni di ogni giorno… Amarcord d’altri tempi all’ombra delle Ande.
Gabriele